Vincitore dei premi del concorso Essenza di Prodigi città di Forlì il 14 dicembre 2025 organizzato da FoEmozioni
-Miglior Monologo
– Giuria Giovani
Selezionato al concorso nazionale di corti teatrali 2025 al Teatro San Prospero di Reggio Emilia
Un uomo. Un rifugio antiatomico. Una città distrutta.
Fabio ha salvato Jenny da una catastrofe nucleare e ora la protegge — o la imprigiona — in uno scantinato sotterraneo. Ma cosa succede quando la sopravvivenza diventa il pretesto per dominare? Quando il pericolo non è più fuori, ma dentro?
Resti è il monologo disturbante di un uomo convinto di aver avuto ragione su tutto, ma che forse ha perso sè stesso. Un viaggio psicologico tra controllo, paura, delirio e dipendenza. Un luogo chiuso dove resta solo ciò che sopravvive. O ciò che non riesce a sparire.
Il rifugio è reale. Ma è anche mentale.
È il posto dove Fabio si rifugia da un mondo che lo ha sempre deriso. Un luogo di cemento, barrette, fornelli e parole non dette, dove la radio tace e la realtà diventa un’altra. Il suo. Quello dove può finalmente avere controllo.
La regia scava nella voce di Fabio: a tratti lucida, altre volte allucinata, sempre ossessiva. I gesti più banali — dividere il cibo, sistemare la radio, aprire un barattolo — diventano atti teatrali pieni di tensione.
La scena è ridotta all’essenziale: un tavolo, una sedia, un baule. La claustrofobia non viene dalla scenografia, ma dalla mente. La messinscena gioca sull’equilibrio tra realismo e tensione psichica, tra apocalisse esterna e apocalisse interiore.
Il pubblico non è spettatore neutrale: è il silenzioso destinatario di un flusso che diventa sempre più scomodo, fino al rovesciamento finale. La verità è ambigua: Jenny è libera, ma continua a tornare. Forse perché fuori dal rifugio fa ancora più paura. Forse non siamo mai usciti dal rifugio. Forse non ne usciremo mai.